Non ci si aspetta che esista una “letteratura dialettale parmigiana”. E invece c’è, eccome. Compresa da pochi, tuttavia razionale e coerente. Con una decisa prevalenza di quella che si chiama “arlìa”, un’ironia leggera, che sdrammatizza.

Non solo. Parma vuol anche dire opera, anche tra le classi sociali meno elevate, come dimostrano i tanti suoi teatri: Farnese, Ducale, Regio, Reinach. Ma, ad attendere artisti ed orchestre, c’è il temperamento, battagliero e vivace, del pubblico parmigiano…

Del resto, i ”parmigiani del sasso”, vale a dire quelli doc, non son certo per natura “mansueti”: questo, in politica. Ma anche con la Chiesa. Perché non basta la talare (per i pochi che la portano…), si reclamano pret dabón, preti davvero…

Per capire meglio questa terra e la sua gente, ecco in questo Dossier anche un compendio cronologico di quanto accadde a Parma nei tre secoli d’indipendenza ducale, utile per capire il clima sociale e culturale di quel periodo. E non solo.