Si terrà tra poche settimane la Marcia per la Vita di Roma? Una cosa è certa: gli organizzatori stanno lavorando, come se tutto si svolgesse regolarmente. Ma quand’anche l’emergenza Coronavirus non consentisse di scendere in piazza, «ciò che non può esser cancellata è la forza di un grande ideale, quello della vita», ci spiega la presidente dell’evento, Virginia Coda Nunziante. Pertanto, verrebbe occupata «la piazza virtuale ed, anziché considerarla un ripiegamento», la si riterrebbe «una finestra di opportunità che la Provvidenza ci apre».

Intanto, la Marcia per la Vita di Roma è stata di esempio per iniziative analoghe anche in altre parti del mondo, come in Argentina, come ci spiega il suo presidente, Alejandro Geyer, decisosi ad organizzarla proprio dopo aver sfilato nel centro della Città Eterna, per dire il proprio sì alla Vita senza se e senza ma: «Siamo “milites Christi”», afferma nell’intervista concessaci.

Nel corso dell’intero anno, del resto, procede la battaglia pro-life sui banchi universitari, nelle parrocchie, sui social, grazie agli Universitari per la Vita, un gruppo di giovani pronti a fare sana informazione, ma anche a sfatare deformazioni e menzogne propinate attraverso i media, come spiega in un’intervista al loro presidente, Fabio Fuiano.

Fa riflettere il fatto che la legge 194/78, quella sull’aborto, è l’unica in Italia a non esser mai stata modificata in oltre quarant’anni, neppure di una virgola, benché il nostro ordinamento giuridico italiano sia uno dei più volubili al mondo e nonostante la medicina, la psicologia, l’etica e la ricerca scientifica abbiano fatto progressi di un certo rilievo in questo campo. Ma ancor più sconcertante è l’ignavia di molti, troppi cattolici…