La politica svedese lascia spazio ad un nuovo partito musulmano: la minoranza islamica, pari all’8,1% della popolazione totale (in cifre 810 mila individui, di cui 100 mila di origine turca), sta cercando, infatti, una propria rappresentanza anche istituzionale. E qui s’innesta la proposta politica di Mikail Yüksel, il giovane che due anni fa fondò Nyans, un partito rivolto principalmente a musulmani e ad elettori di origine araba, mediorientale ed africana con alcuni punti fermi nel programma: tra questi, oltre prevedibilmente ad una politica dichiaratamente filo-immigrazionista, figura anche il tentativo di ottenere una criminalizzazione di islamofobia ed afrofobia, ciò che, gestito in un certo modo, potrebbe comportare nuovi, inquietanti bavagli alla libertà di pensiero e d’opinione, trasformando in reato anche quello che reato non è.
Senza nascondere alcuni punti inquietanti. Yüksel ha sempre negato l’accusa d’esser filo-turco, ma alcuni indizi convergenti farebbero dubitare del contrario: ad esempio, il fatto che si sia dovuto dimettere dal Partito di Centro a causa delle sue simpatie verso i Lupi Grigi (cui suo padre è affiliato), il movimento nazionalista fautore del panturchismo ed accusato di una serie di attentati in varie parti del mondo; oppure il fatto che sia ospite fisso dei media turchi e che i manifesti a sostegno di Nyans siano apparsi in numerose vie turche.
L’anno prossimo Yüksel con il suo partito si presenterà alle elezioni politiche, in Svezia. Punta ad ottenere almeno il 4% dei consensi, vale a dire circa 23 mila voti. Salvo sorprese. Qualora, ad esempio, dovessero emergere legami tra la sua lista e Ankara, è molto probabile che le autorità svedesi assumano provvedimenti.