Davvero tragico il bilancio del primo semestre dell’anno in Nigeria, dove si è consumato un autentico genocidio: più di 3.462 i cristiani uccisi dai terroristi islamici. L’anno scorso furono in tutto 3.530 le vittime, ma nel giro di dodici mesi; nel 2021 tale cifra è stata raggiunta nella metà del tempo. Non solo. Quest’anno sono state bruciate, sempre ad opera di gruppi musulmani, circa 300 chiese. E più di una decina di sacerdoti è stata rapita o uccisa da sigle jihadiste.
Dall’India è giunta la notizia, lo scorso mese di luglio, della morte in galera di padre Stan Swamy, sacerdote di 84 anni, incarcerato dal governo nell’ottobre scorso con l’incredibile accusa di terrorismo. Era malato di Parkinson ed aveva contratto anche il Covid, eppure le autorità sono state inflessibili e si sono rifiutate di liberarlo per evidenti motivi di salute.
Le forze dell’ordine avrebbero ritrovato sul computer del religioso documenti del Partito maoista indiano, documenti che tuttavia sarebbero stati lì posti dalla stessa polizia indiana: a dichiararlo sulle colonne di Valeurs Actuelles, è stata una società americana, che ha potuto analizzare il computer del sacerdote.
Prima dell’incarcerazione, padre Swamy aveva dichiarato in un video-messaggio: «Ciò che mi capita non è alcunché di personale, si tratta anzi di un vasto processo in atto. Intellettuali famosi, avvocati, scrittori, poeti, attivisti e leader studenteschi si trovano in prigione semplicemente per aver espresso il proprio dissenso o creato problemi al potere in India».
Anche in Europa, però, non mancano gli attacchi alla Chiesa, sia pure di altro tenore e compiuti con i guanti di velluto: nella (un tempo) cattolicissima Spagna, il Psoe, Partito socialista operaio – che, per inciso, è al governo coi comunisti –, ha deciso di impugnare gli accordi stretti tra il suo Paese e la Santa Sede, per rinegoziarli in modo che siano – afferma - «vantaggiosi per entrambi». Ritiene che questo «sia il momento», per porre il problema. E risolverlo.
Il proposito entrerà a far parte del documento-quadro del 40° Congresso del Psoe, in agenda dal 15 al 17 ottobre prossimi. E non promette granché di buono. Dovrebbe trasformare la Spagna in un Paese laico, laicissimo e non soltanto «non confessionale», come recita la Costituzione. Ad esempio, dovrebbe porre fine ai funerali di Stato celebrati con Messe cattoliche. E non solo. Staremo a vedere.