In Spagna l’intelligence della Polizia Nazionale, in collaborazione con l’Europol, è riuscita a smantellare una banda dedita al finanziamento del terrorismo camuffato da donazioni per i bambini orfani siriani: il denaro, in realtà, è stato raccolto presso la moschea Abu-Bakr di Madrid, seconda per importanza nella capitale, e poi in gran parte inviato all’ong al-Bashaer, legata all’organizzazione jihadista Yeish-al-islam ovvero “Esercito dell’islam”, a sua volta collegata al Fronte al-Nusra, in Siria. I soldi finivano così in una scuola di addestramento per futuri mujaheddin gestita dalle milizie di al-Qaeda, dove effettivamente i minori c’erano, sì, ma per imparare ad usar le armi, con cui emulare e vendicare i loro padri caduti in combattimento.
Il giudice del Tribunale nazionale, Joaquín Gadea, ha pertanto spedito in galera, con le pesanti accuse d’appartenere ad un’organizzazione terroristica e d’averne finanziato l’attività, Mohamed Hatem Rohaibani, tesoriere dell’Ucide-Unione delle Comunità islamiche di Spagna, che, con le circa 800 realtà religiose aderenti, fa parte della Cie-Commissione Islamica di Spagna, entrambi organismi retti da Ayman Adlbi, a sua volta arrestato e poi rilasciato nell’ambito delle stesse indagini.
In effetti, molti sono i gruppi jihadisti, che, in un groviglio quasi inestricabile di sigle, proseguono le azioni terroristiche in Siria, beneficiando delle campagne di reclutamento e dei canali di finanziamento tessuti in Europa, ora nel mirino dei servizi d’intelligence di tutto il mondo. I più importanti sono tre, tutti sunniti: al primo posto si mantiene saldamente al-Qaeda, seguita dall’Isis e dalle milizie di Hayat Tahrir al-Sham, composte per lo più da siriani decisi a riconquistare una fetta del Paese, per imporvi la sharia.