Fede e diplomazia sembrano termini facenti riferimento ad ambiti completamente differenti, la prima impegnata in un cammino rigoroso verso la Verità, la seconda attenta a mantenersi nella sfera di un duttile, “tollerante” e talvolta scettico pragmatismo.
La diplomazia pontificia è la più antica al mondo e si è sempre mantenuta conforme a principi immutabili e non negoziabili, preoccupandosi della diffusione del Cattolicesimo, della difesa e dello sviluppo delle Chiese particolari, della tutela dei fedeli in tutto il mondo ed in qualsiasi epoca, dalla Cristianità medioevale all’Europa degli Stati sovrani, dall’avvento delle ideologie e dei totalitarismi al confronto con la Guerra Fredda prima e con l’Ue delle Cancellerie poi.
In questo volume, frutto di approfondite ricerche e di un’ampia consultazione delle fonti archivistiche della Santa Sede e di numerosi Paesi, si analizza ovviamente anche la situazione contemporanea, riassunta nel discorso tenuto da Benedetto XVI il 7 gennaio 2013 in occasione della presentazione degli auguri al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede: «Secondo una concezione ormai diffusa – disse – l’impegno per la pace si riduce alla ricerca di compromessi, che garantiscano la convivenza fra i popoli.
Al contrario, nell’ottica cristiana la pace non sorge da un mero sforzo umano, bensì partecipa dell’amore stesso di Dio. Quando si cessa di riferirsi ad una verità oggettiva e trascendente, come è possibile realizzare un autentico dialogo?» (pp. 8-9). Bene sintetizza in un proprio contributo il card. Dominique Mamberti: «Nell’azione diplomatica pontificia non è mai in gioco un mero equilibrio politico, sociale ed economico. Ciò che è in gioco è l’uomo, la sua sete di Verità, il suo anelito all’infinito» (p. 20) (francesco corradi).