Da tempo l’editrice Velar sta proponendo agili libretti, raccolti nella collana “Messaggeri d’amore”: il loro pregio è quello di presentare in poche pagine ed in un gradevole formato tascabile, accessibile a tutti, figure mirabili di Santi e Beati od anche di religiosi e religiose magari non giunti ancora alla gloria degli altari, tuttavia esemplari per la profondità della loro fede e per l’efficacia del loro annuncio.

L’ultimo uscito è stato dedicato al beato Luigi Tezza, noto a molti perché co-fondatore delle Figlie di San Camillo, assieme a Madre Giuseppina Vannini, che subito e per prima accolse il suo invito a donare la sua vita a Cristo ed a dedicarsi per Lui nel servizio degli infermi, secondo lo spirito del comune, specifico carisma specifico. Il testo è stato scritto da Padre Antonio Casera, già distintosi in questa collana, per aver firmato altre documentate ed edificanti biografie camilliane.

Molti sono gli aspetti toccati della ricca spiritualità del beato Tezza, alcuni anche sconosciuti ai più. Tra i momenti più commoventi, il periodo dell’annessione del Veneto al Regno d’Italia con l’annessa soppressione degli Ordini religiosi. All’epoca il sacerdote era stato incaricato della formazione dei giovani presso il convento di San Giuliano, a Verona. Lo sgombero fu immediato e totale, ma Padre Tezza non si perse d’animo: riparò con i giovani affidatigli nella villa di persone amiche.

Poi, quando la legge estese anche ai religiosi l’obbligo della leva militare, egli li condusse a Roma, esente dal problema, presso la sede del noviziato ai Santi Vincenzo e Anastasio. Sino al 1870, anno della breccia di Porta Pia e della caduta dell’Urbe nelle mani dei piemontesi. Anche qui però la sua fede intensa gli permise di trovare, affidandosi alla Provvidenza, la giusta soluzione a quel «periodo tumultuoso» (p. 11) (francesco corradi).