Le sue finalità erano la lode del Signore, la difesa della Fede cattolica e il presidio del Mediterraneo dagli attacchi degli islamici. Inoltre i Cavalieri di Santo Stefano, che mutuarono dai Cavalieri di San Giovanni detti di Malta abiti, consuetudini e simbolo (invertendone però i colori: croce ottagona rossa in campo bianco), contribuirono per almeno quattro secoli a formare la classe dirigente toscana. Tra le prime imprese militari spiccano i contributi alla difesa di Malta (1565) ed alla battaglia di Lepanto (1571).
Alessio Varisco, uno dei più validi storici contemporanei degli Ordini cavallereschi, affronta in questo sintetico, ma approfondito saggio le vicende dell’Ordine Stefaniano, sorto in epoca moderna, ma legato strettamente alla figura del Santo cui si ispira. Venne martirizzato nel 257, quando l’imperatore Valeriano emanò un editto contro tutte le gerarchie ecclesiastiche, imponendo nello stesso tempo al popolo di riconoscere le divinità pagane e di esercitare il culto cristiano solo in privato: Stefano si rifiutò di sacrificare agli dei e, miracolosamente liberatosi, andò a celebrare la Santa Messa, al termine della quale fu raggiunto dai pretoriani e decapitato.
Sepolto nelle catacombe di San Callisto, poi trasportato a Trani, nel 1682 il suo corpo fu definitivamente traslato nella chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri a Pisa. Considerato il primo a imporre il primato petrino nella Chiesa universale, santo Stefano fu scelto come protettore da Cosimo, poiché nel giorno a lui consacrato, il 2 agosto, nel 1537 ebbe luogo la vittoriosa battaglia di Montemurlo, che determinò per l’appunto l’ascesa di Cosimo al Granducato di Toscana.
Il libro si avvale di una notevole sezione iconografica con riproduzioni di quadri celebrativi delle imprese stefaniane, dei ritratti di tutti i Gran Maestri e di vari documenti originali, compreso il breve papale istitutivo dell’Ordine.