Il volume intende offrire ai fedeli una guida sicura per interpretare rettamente la discussione in atto in vista del Sinodo ordinario sulla famiglia.
Tra i più accesi progressisti, il card. Kasper, il card. Marx e non pochi episcopati nazionali, come quelli di Germania, Austria, Olanda, Belgio e Svizzera, impegnati nel tentativo di sancire una prassi, che negherebbe i più fondamentali principi dottrinali sulla morale sessuale e sui sacramenti del matrimonio e dell’Eucarestia. Ad essi si contrappone, provvidenzialmente, un gruppo di porporati (come i cardinali Burke, Müller, Caffarra, Brandmüller e Sarah), che si propongono viceversa di applicare efficacemente la dottrina della Chiesa sulla sessualità umana e sul matrimonio.
Il card. Kasper, proponendo di riconoscere le “seconde nozze” e di ammettere alla S. Comunione i divorziati risposati «mina alle fondamenta non soltanto il Sacramento del matrimonio, ma anche quelli della Penitenza e dell’Eucarestia» (p. 13). Lo stesso vale per il “rispetto” (cioè accoglienza nella comunità ecclesiastica) verso le coppie omosessuali proposto dalla Relazione preparatoria al Sinodo del 2014.
Di fatto la concezione progressista della pastorale vuole portare a una prassi svincolata dal dogma, quindi prona ad ogni capriccio del “mondo”: una deriva di tipo fortemente protestante, contro la quale mettono in guardia, nei loro saggi, tre eminenti studiosi: mons. Antonio Livi, presidente dell’Unione Apostolica “Fides et ratio”, il noto saggista Enrico Maria Radaelli, direttore del dipartimento di Metafisica della bellezza presso l’International Science and Commonsense Association; e don Stefano Carusi, coordinatore della rivista informatica «Disputationes theologicae».