Il cinema può essere uno straordinario strumento di comunicazione: un buon film (pensiamo solo a The Passion, il capolavoro di Mel Gibson) può valere quanto un buon libro e sicuramente raggiunge un pubblico più numeroso non solo dei lettori, ma anche degli ascoltatori di dibattiti radiofonici, televisivi o dei partecipanti a conferenze.
Ecco perché è importante sapere cosa scegliere quando si decide di passare una serata in famiglia a guardare la televisione o quando si deve organizzare un cineforum. Un fondamentale strumento per effettuare tale scelta è dato dal volume che ogni anno la casa editrice Ares pubblica, raccogliendo le approfondite recensioni di un gruppo di studiosi, coordinati da Ugo Armando Fumagalli e Luisa Cotta Ramosino, in gran parte formatisi presso l’Università Cattolica.
Quest’anno la pubblicazione raggiunge il decimo anno di vita (e, per l’occasione, la casa editrice offre un imperdibile sconto del 70% a chi acquisti i primi volumi) e, come ogni anno, si presenta con una analisi dei film, che privilegia l’aspetto contenutistico più che quello formale. Ampio spazio viene infatti dedicato agli argomenti affrontati ed al modo con cui essi vengono trattati: ci sono oltre 150 schede che, dopo aver accennato alla trama (ovviamente senza svelarla), segnalano la profondità dello sviluppo dei temi trattati e danno un giudizio abbastanza lungo (mediamente la recensione si estende su un paio di pagine, ma se il film è di particolare interesse arriva fino a tre) per essere ben articolato. Ogni scheda viene inoltre aperta da un giudizio di valore (da una a cinque stelle) e dall’avvertenza degli elementi problematici per la visioni da parte dei più piccoli (turpiloquio, violenza, scene sensuali, tensione, etc.).
Quest’anno il film più elogiato – a parte quelli per bambini, a cui viene riservata sempre una particolare attenzione – è Lo Hobbit, che si è rivelato perfettamente aderente all’originale tolkieniano sia per quanto attiene il dipanarsi della sceneggiatura (compreso l’inserimento di elementi attinti da altri libri dello scrittore cattolico inglese), sia per l’esaltazione dei valori propri della saga del Signore degli Anelli: coraggio, fedeltà, amicizia, capacità di scegliere tra il Bene ed il Male.
Per una volta, invece, la classifica dei peggiori film non vede soprattutto titoli italiani (“solo” 6 su 18), mentre altre pellicole nostrane ricevono apprezzamenti. È una soddisfazione, visto che la produzione italiana è troppo spesso caratterizzata da volgarità e banalità. Quest’anno, però, la situazione sembra migliorare e comunque, grazie a questa guida, si evita di perdere due ore guardando (e, peggio, facendo guardare ai più piccoli) un concentrato di battute di infimo livello e di situazioni squallide e diseducative.