In un comunicato stampa del 2 agosto scorso, l’Istituto Catholic Family & Human Rights, denuncia che nell’ultima conferenza della Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (CEDAW), il governo honduregno è stato severamente criticato per le sue leggi pro-famiglia e avvertito che vietare ogni forma di aborto “è crimine”. L’articolo 67 della Costituzione del Paese centroamericano stabilisce infatti che i bambini nel grembo materno hanno gli stessi diritti di quelli nati.
Poco stupisce ormai un simile avvertimento da parte di un organismo internazionale. Fa riflettere invece che l’invettiva parta da un membro del comitato, la prof.ssa Silvia Pimentel, che è docente della Pontificia Università Cattolica di San Paolo, Brasile. La prof. Pimentel ha ricordato all’Honduras che gli interessi della madre sono superiori a quelli del feto e che ci sono situazioni in cui essa è legittimata a procurarsi l’aborto. La Pimentel si e scagliata in seguito contro il governo ungherese a causa del pieghevole “La vita è un miracolo”, da esso pubblicato e diffuso, perché “i conservatori” frequentemente preparano questo tipo di materiale per ostacolare gli aborti.